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Cuore: sostantivo maschile

Cuore: sostantivo maschile

Un'attrice entra in un teatro con una motosega, rumorosa e spaventosa (finta). Non siamo mica preoccupati. Eppure il riflesso emblematico di chi taglia gli alberi ha cominciato a infastidirmi: perché usa quella motosega? (Il rimando è stato per me: vuole tagliare roba viva).
Il teatro è vivo? I teatranti, i critici, i registi, chi si occupa delle luci? O sono stati "segati" (fig. pop) dalla pandemia? O da loro stessi, dal sistema, dai finanziamenti iniqui, e da mo'...?! Il pensiero ronza come quel giocattolo, e diventa lo sfondo per accogliere quest'opera nuova. Sempre con quel filo (spinato) di polemica, tipica tutta mia, e oramai caratterizzante: odio le motoseghe, mi tirano fuori parole convulse. Smettila!


Ma no che non sono morti, neanche con la pandemia, mo' perché sono morta io deve essere morto tutto il paesaggio? Continuano a fare teatro, pure se è diventato ancora più difficile, molto molto più difficile. Onore a loro.



Quella donna con la motosega si sta infatti ribellando, questo ci dice, vuole distruggere ciò che non va, tutto ciò che l'ha offesa, limitata nel tempo, tutto ciò che ha ferito il suo cuore: gli uomini. Ma basta! Ma no! Non è la solita cosa che parla degli uomini nei rapporti di coppia. Si tratta degli uomini che decidono il bello e il cattivo tempo anche nel teatro...(di chi deve recitare e chi no, tipo). E vabbè (connettivo multiuso), oramai c'è un coro di donne che si lamentano del maschilismo in ogni dove. In tutti i campi, in tutti i settori. E allora fatevene una ragione! Ci siamo rotte (no, no, no...non è una parolaccia! Voglio dire che siamo state rotte, e non è più sopportabile questa condizione di sparpagliamento dei nostri stati d'animo, di genere, ed è per ciò che cerchiamo di farne massa critica, spontanea...di quei nostri stati d'animo).



E certo però, le donne, proprio perché donne, in teatro servono, non è come per la politica, almeno per quanti sono i ruoli femminili nelle storie che si vivono dal palcoscenico. Mica saremo tornati al teatro che era prima della Commedia dell'Arte (spero)? Ma se le attrici rimangono incinta, se invecchiano, se dicono di no alle avances del regista o del primo attore...vengono "segate", appunto, sostituite, e forse non faranno più le attrici. Se poi si mettono col regista, nel senso che ci fanno l'amore, non ne parliamo...segate per sempre. Ma come, non sono stati in due a farsi fare l'amore?! Eh! Ma lei voleva la parte...



E che fine fa un'attrice che non può più fare l'attrice? Chi se lo chiede?! Mah! Farà l'operatrice di un call center inps (a proposito, le avete viste, fra tutte queste manifestazioni generali, le call center inps segate?!  E da che parte state?! Come vi polarizzate per queste minoranze?).



In fondo, una mica può fare l'attrice per sempre! (O la critica teatrale). Prima o poi, realisticamente, (ti) devi trovare un lavoro stabile e serio. Che? Una vuole fare la giornalista e la fa?! Ma dai, su! (iscritta all'albo da 17 anni, porta pure male quest'anno, ho sempre dovuto pregare per scrivere, e certo non scrivo male)



Lo spettacolo è ragionato a episodi, frammenti, senza inizio né fine, piccole vicende disastrose. Niente interezza. Perché le protagoniste di queste vicende sono meteore, passano.

[continua]
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