Multiversi roundbox
L’ORO DI PALERMO

L’ORO DI PALERMO

(16 luglio 2009) Per molti Palermo rappresenta un’affascinante meta turistica, per chi c’è nato, e vissuto, rappresenta un motivo in più per parlarne e sollevare delle lucide ed opportune attenzioni.
A distanza di anni anche se molte cose sono cambiate, tantissime realtà sono rimaste tali e quali, come se il tempo lì si fosse fermato.
Certo sarebbe più allettante descrivere orgogliosamente questa bellissima città, attraverso i suoi colori, i profumi e i sapori, le sue bellezze artistiche e le sue località turistiche balneari. Questa città del mediterraneo sempre più multietnica, nonostante le sue importanti e preziosissime risorse naturali e paesaggistiche, è tuttavia annichilita dalle sue tristemente conosciute e insanabili piaghe.


Eppure la tentazione di parlarne bene è davvero insopprimibile. Si potrebbero descrivere i caratteristici mercatini nei quartieri della vucciria, del capo, dei lattarini o ancora del suo suggestivo centro storico, tra i più grandi (per estensione) in Italia e in Europa, si potrebbe rimanere incantati dal fascino barocco dei Quattro Canti con la limitrofa fontana di piazza Pretoria, dagli sfarzi architettonici degli splendidi teatri del Politeama e del Massimo, dai preziosismi monumentali dell’antico Palazzo Reale, vestigia dell’epoca d’oro di Palermo durante la dominazione degli Svevi. Parlarvi della sua Cattedrale in arte Gotico-Normanna, e dei suoi prestigiosi mosaici della Cappella Palatina, delle numerose e lussureggianti ville aristocratiche come la villa dei duca d’Orleans (dove tra l’altro ha la sede il Palazzo della Regione Siciliana), la villa Giulia con il suo pregiatissimo orto botanico, il Giardino Inglese dove dimorano alberi ultrasecolari e, ancora, le antiche e suggestive chiese tra le quali lo stupendo Duomo di Monreale, impreziosito all’interno da mosaici in oro zecchino e all’esterno da un particolare, quanto mai unico, giardino pensile con vista panoramica sulla città. E come non parlare del bellissimo eremo di Santa Rosalia sul monte Pellegrino, che custodisce le reliquie della “Santuzza” come vezzosamente viene soprannominata dai devoti palermitani, o ancora, delle straordinarie e misteriose catacombe dei frati cappuccini piene di mummie e corpi imbalsamati, e infine, i fastosi palazzi principeschi di “gattopardiana” memoria, eretti nell’antichissimo quartiere della Kalsa di fronte il golfo di Palermo. Ultimissimo e doveroso cenno alle bellissime spiagge di Mondello con il loro caratteristico hotel ristorante Charleston in raro stile liberty, costruito con un particolare sistema a palafitta direttamente sul mare. Purtroppo le cronache legano il nome di Palermo più spesso ai fenomeni di mafia, omicidi, racket, degrado ambientale e sociale, disoccupazione e quant’altro di negativo. Eppure dovremmo sentire doverosamente il bisogno di rendere omaggio a chi è morto per dare onore a questa città cercando di fermare tutto questo scempio.



 



di Alessandro Gagliano


16 luglio 2009
Articolo di
gagliano
Rubrica:
Ambiente


Ultimi articoli di gagliano
 © Multiversi Project 
Di link in link verso l'approfondimento
Contattaci
Ai sensi della Legge 7 marzo 2001, n.62, si dichiara che Multiversi.info
non rientra nella categoria di "informazione periodica" in quanto
viene aggiornato a intervalli non regolari.