Se avessimo solo usato uno specchio di fronte al nostro “fare”, accorgendoci proprio dell’imbroglio che giocavamo a noi stessi, forse avremmo avuto davvero qualche altra possibilità per “fermare il declino”. Se ci fossimo guardati, gli uni con gli altri come riflessi, e ci fossimo rimproverati la prepotenza e l’arroganza (la crudeltà) del nostro stare insieme in questo paesaggio ambientale comune, violentato e disfatto, ci saremmo “riconosciuti” in ogni singolo comportamento antisociale ostinatamente e sfacciatamente tenuto fino a questo punto (invece condonato, giustificato, neutralizzato, anche col compiacimento di una intera collettività, sempre gratificata da illegittimi arricchimenti, immeritati apprezzamenti e titoli onorifici; questo è il destino di certi “invalidi” civili...e la società in questo modo si è resa sempre più ottusa e “arraffatrice”). Ciò senza capire che ogni giudizio o valutazione astratta di noi su noi stessi, guardandoci solo dal di fuori, e non potendo che essere fatti solo attraverso fittizie ideologie ammassate e massificate, sbiadite in slogan troppo abusati e perciò diventati ormai qualunquisti, ci avrebbero comunque lasciati alle relazioni violente del nostro tempo, e fra quelle a soffocare com’è già da un pezzo senza soluzione, in una società putrefatta e senza presidi dove l’opportunismo verso cui noi tutti, tutti i giorni, siamo stati costretti a crescere e a diventare ha fatto del “noi” un non-significato, e lo stesso di ogni nostro plausibile potenziale sviluppo.
In questo contesto di sopraffazione e insofferenza reciproci, dove tutti ormai siamo diventati padroni indifferenti del nulla, piccoli re usurpatori senza corona, ma sempre pronti alla guerra per il saccheggio: Berlusconi, e la sua macchiettistica impostazione relazionale, ridicolmente imposta dall’alto in un delirio di onnipotenza che vuole essere “virile”, e Bersani, con quell’idea pseudo intellettuale di sinistra da “smacchiatore”, snob e moralista, hanno contribuito a fare degli italiani una comunità flaccida e senza prospettive. Allo stesso modo anche gli altri protagonisti della politica (partitica, paralitica) italiana. Specialmente quei burattinai (massoni) delle polarizzazioni e parcellizzazioni solo fittizie che stanno dietro al tutto.
Ma il sistema marcio di donne abusate, di ricercatori abusati, di detenuti abusati, di futuro abusato, di spiagge e mari abusati, di città abusate...restiamo sempre noi, anche quando andiamo a votare “democraticamente”: e perché votiamo “contro” (o “per”) chi (invece non) vorrebbe annullare quei nostri piccoli abusi quotidiani di cui ci nutriamo e ci siamo nutriti in tutti questi anni, e che pure hanno reso sostenibile questa nostra abulia: la vogliamo comoda la nostra vita, è quella che abbiamo scelto anche a scapito degli altri (e davvero possiamo sostenere che non ce ne siamo accorti!?). Possiamo passare la fila in ospedale, magari a scapito di un bambino o di uno straniero (magari dicendo: forse era meglio se se ne stava a casa sua, nel suo Paese), assicurarci uno stipendio con la raccomandazione, magari senza competenze, o una pensione baby solo lavorando saltuariamente e per pochi anni...davvero non considerando che questo comportamento sarà stato pur sempre a scapito dei nostri stessi figli, dei nostri stessi nipoti, e che perciò è stata, ed è, colpa nostra se poi non troveranno un lavoro, quanto meno non gratificante, o solo precario? Sono quelli che abbiamo chiamato “bamboccioni” perché non si sono accontentati, quelli caparbiamente “choosy”, sciocchi e pignoli di fronte al lavoro (misero e miserevole) che viene loro offerto (come un’elemosina).
Abbandonati in questa nostra quotidianità (fittizia e immobile) all’interno di questo sistema dove evidentemente rimane assai bene inserita, è stato così facile distruggere il futuro e il merito in venti anni, da noi stessi, che i nostri stessi politici non hanno fatto altro che assecondarci, anche se in cambio hanno voluto dei vitalizi e dei privilegi, e glieli abbiamo concessi, arricchiti da questo nostro compromesso con loro, sempre perché questa nostra misera quotidianità potesse essere ancora protetta.
Se a questo punto volessimo fare un’analisi politica delle ultime elezioni 2013, un approfondimento dopo lo scoraggiante percorso che abbiamo fatto fino a qui, dovremmo superare quel vizio degli argomenti da tutti quasi sempre taciuto, smontare quel pregiudizio ormai troppo diffuso e sottinteso: non sono gli italiani ad essere stati mortificati dalla politica, la politica è stata rovinata dalla corruzione degli italiani, di tutte le categorie e fasce sociali, dai ricchi fino ai poveri. E se sono stati gli italiani a volerlo questo sistema ingiusto, costruito meticolosamente nel tempo, perché salvifico di condizioni di privilegio ormai già dai più ferocemente acquisite, come ci si può mettere dal di fuori per giudicarlo sbagliato questo sistema? Sarebbe semplicemente come operare una finzione, ed è decisamente inaccettabile.
L’innesto dei “grillini” in Parlamento sarà sembrato fortemente scoraggiante a chi da troppo tempo belava rinchiuso nel recinto del bipolarismo all’italiana. E ai più, conservatori, sarà sembrato fin troppo aggressivo, primitivo, il metodo ed il linguaggio, ma l’ingovernabilità in cui pare ci abbiano spinto, dovremmo accorgerci, è pur sempre una rivoluzione, forse subita senza il consenso velleitario di una passione ideologica dal basso, ma comunque sempre venuta dal basso. E perché a questo punto la si dovrebbe scongiurare?
All’immobilità (e all’immobilismo) si è contrapposta l’ingovernabilità (e forse è questa una punizione per aver votato, chi a destra e chi a sinistra, comunque sempre a favore dell’immobilità). Così anche gli astenuti sono stati puniti per questa volta. Il loro cinico disappunto mai veramente coraggiosamente agito è stato burlescamente superato da questa bufera.
È come se fosse entrato nella scatola un topolino, furtivo come il futuro che ci era stato più volte levato senza ragione, clandestino, a dirci dei pericoli di cui nel tempo non abbiamo voluto assolutamente accorgerci, e adesso i lati di quella scatola non sono più sicuri, forse non si reggono più in piedi. Ma che importa, forse è meglio aprirla definitivamente questa scatola, forse anche distruggerla. Forse di topolini ce ne sono così tanti sotto i piedi e nelle pareti, che fanno scricchiolare tutte le tavole marcite del pavimento. Ma se finalmente ci siamo accorti del marciume su cui camminiamo, forse rincorrerlo quel topolino sarà vitale.
Ecco perché il Movimento 5 stelle ha difeso il sitema un'interessante analisi (contraria evidentemente a quella espressa in questo articolo) del collettivo Wu Ming pubblicata sul sito di Internazionale e ripresa dal Blog di Gad Lerner
Corriere TV - Elezioni 2013 ...il video: "La notte del Pd e il dilemma Grillo". Sfilata di dirigenti (da Fassino a D'Alema) dopo la delusione elettorale (di Nino Luca)
Gli eletti al Senato del Movimento 5 stelle
Gli eletti alla Camera del Movimento 5 stelle
Il PROGRAMMA del Movimento 5 stelle
A proposito di Pompei, arte e cultura
Un articolo di Carlo Patrignani su L'Huffington Post
il Surrealismo di Edgar Ende (anche l'immagine del titolo è un ritaglio di una delle opere di questo autore)