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Il cuore è un cacciatore solitario di Carson McCullers

Il cuore è un cacciatore solitario di Carson McCullers
di Fabrizio Comerci

«...How Singer had been before was not important. The thing that mattered was the way Blount and Mick made of him a sort of home-made God. Owing to the fact he was a mute they were able to give him all the qualities they wanted him to have...»
(The Heart Is A Lonely Hunter - Curson McCullers)
(25 marzo 2012) Il cuore è un cacciatore solitario (The Heart Is A Lonley Hunter - 1940) è un titolo che evoca una poetica ben lontana dall'opera dell'autrice Carson McCullers. Un intervento editoriale lungimirante che ha sostituito un verso della poetessa Fiona McLeod al titolo originale dell'autrice: The Mute, sicuramente meno accattivante e freddamente aderente alla storia narrata.
Appena ventitreenne, McCullers crea un mondo di straordinaria vividezza che trascende per indagare l'animo umano e la società del Sud degli U.S.A della prima metà del '900.


Quel sordomuto del titolo originale, John Singer, è il perno della cosmogonia ideata da Carson McCullers per quest'opera, la chiave di volta della trama de Il cuore è un cacciatore solitario. Attorno a lui, si sviluppano e si intrecciano le storie di quattro personaggi: Mick Kelly, una tomboy girl adolescente appassionata di musica, sulla strada per diventare una donna, Biff Brannon, il duro e riflessivo proprietario del New York Café, Jake Blount, fallito profeta di un semplicistico marxismo, vagabondo e alcolista molesto, infine Benedict Copeland, infermo dottore di colore, marxista anch'egli, ma votato alla causa del riscatto dei neri. A fare da teatro a Il cuore è un cacciatore solitario è una cittadina della Georgia degli anni '30 del '900, in uno stadio iniziale d'inurbamento, nella quale gli eventi del Mondo arrivano come deboli echi di un altrove affascinante.



La singolarità e la profonda solitudine dei personaggi fanno in modo che essi convergano attorno a John Singer, il cui silenzio e la cui accondiscendenza diventano un rassicurante specchio per le aspettative di ciascuno di essi. Una valvola di sfogo per il senso di inadeguatezza verso qualsiasi altro rapporto umano nel quale il confronto non sia menomato. Nel quale la controparte non sia un mero ascoltatore, innaturalmente ben disposto.



John Singer, nonostante la sua stanza in affitto diventi la meta prediletta degli inquieti pellegrini, anch'egli vive la propria buona dose di solitudine. A riprova del fondamentale egotismo sul quale si basano i rapporti a senso unico tra gli altri e lui, vi è il fatto che nessuno conosce la sua storia. E nessuno conosce quello Spiros Antonopoulos: il compagno incarcerato, sordomuto e ritardato, al quale Singer è disperatamente legato e assolutamente votato; unica ragione di un'esistenza vuota d'altro.



Tra le trame tessute da Carson McCullers per raccontare la storia de Il cuore è un cacciatore solitario, rimangono impigliati temi trattati con straordinaria lucidità donandoci uno spaccato della società che animava il Sud degli Stati Uniti durante i primi decenni del '900 e che subiva gli effetti del primo grande fallimento universale del modello di crescita U.S.A..



In questo ambito, la condizione degli afroamericani, tra i temi centrali del romanzo, non è analizzata attraverso gli stereotipi della borghesia progressista. La complessità della figura del Dott. Copeland introduce, forse per la prima volta nella narrativa W.A.S.P., il tema della négritude.



Gli estimatori della letteratura nord-americana avranno modo di ritrovare in Il cuore è un cacciatore solitario di Carson McCullers atmosfere e stimoli già incontrati nel più rurale Uomini e topi (1937) di John Steinbeck e in Il buio oltre la siepe (1960) di Harper Lee.


25 marzo 2012
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Il cuore è un cacciatore solitario di Carson McCullers, copertina del libro



Copertina del libro



Il cuore è un cacciatore solitario



di  Carson McCullers


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