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Savoir-fired

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(24 settembre 2008) L'etichetta nei tempi di crisi

Lo spettro della mancanza di lavoro sorvola l'occidente. È il conto da pagare collettivamente per la decennale abbuffata di pochi. Una piramide che crolla dalla base, mentre il vertice rimane sospeso, intoccabile. Non è una visione escatologica: è una realtà sempre più tangibile e se ne riscontrano gli effetti sui nostri vicini di casa, sui nostri colleghi, parenti e su noi stessi

Il dramma ci interessa da vicino, ma è sempre bene farsi trovare preparati. Come preparata si è fatta trovare Anne Barber, autrice americana del best-seller How to fireproof your career: survival strategies for volatile times (Come proteggere la tua carriera dal licenziamento: strategie di sopravvivenza per tempi volatili, pubblicato nel 1995). Se avete letto il suo libro, non correrete alcun rischio. Ma se proprio volete essere del tutto sereni, sarà meglio continuare a leggere i consigli della Barber che ci vengono elargiti dalle pagine web del Time.com ('What to Say When Someone Loses Their Job' di Kathleen Kingsbury Tuesday, Sep. 23, 2008). Un vademecum per non perdere il savoir-faire anche nei periodi di crisi globale. In questo modo non vi troverete in imbarazzo quando sarete davanti al vostro collega che vi saluta sulla porta dell'ufficio con il fatidico scatolone in mano, o di fronte a "Bob del piano di sotto", che incrocerete sulle scale, in tuta, alle 10:30 di mattina. Per ognuno c'è una soluzione adeguata. Rassicurateli con un: 'Rimarremo in contatto' o, se si tratta di un congiunto: 'Sono preoccupato, ma andremo avanti insieme'. Da evitare, invece, frasi del tipo: 'Avresti dovuto...'. Di gusto un po' meno raffinato il consiglio della Barber di sedersi accanto al malcapitato collega facendo il resoconto dei vostri successi come team di lavoro. Ma, la parola d'ordine in ogni caso è: networking. Dopo la pacca sulla spalla e l'espressione rispettosa del dolore, ma non contrita, ci si rimbocca energicamente le maniche per il prossimo, introducendolo nel nostro sistema di relazioni sociali. Come se fosse una cornucopia di occasioni impiegatizie. E, cosa succede nel caso in cui la disgrazia toccasse anche a noi? Vale a dire, nel caso in cui non avessimo letto con attenzione la prima opera della Barber? "Non correte attorno per contattare gente – ci consiglia l'autrice dall'articolo pubblicato dal Time.com – Prendetevi 20 giorni prima di iniziare una nuova ricerca di lavoro. Mangiate sano, fate esercizi e dedicate del tempo a rassicurare i vostri cari. Essere licenziati può portare a emozioni non diverse dal lutto, e questo può essere percepito anche dai congiunti. Dovrete superare la reazione emozionale. Questo è un consiglio basato su una ricerca nella quale alcuni soggetti hanno trascorso 20 giorni appuntando quotidianamente i propri sentimenti. Facendolo, vi sbarazzerete degli elementi tossici che potrebbero influenzare le vostre conversazioni con gli altri". "Alla fine dei 20 giorni, bruciate ciò che avete scritto – termina la Barber – E sarete pronti a proseguire la vostra nuova vita". Dopo un'adeguata quarantena e un rito magico-catartico per espellere le scorie tossiche, vi troverete ringiovaniti. Come quando cercavate lavoro per la prima volta.


di Fabrizio Comerci

24 settembre 2008
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