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Scontro di civilta' per un ascensore a piazza Vittorio

Scontro di civilta' per un ascensore a piazza Vittorio

(03 gennaio 2009) Questa mattina Iqbal mi ha chiesto se conoscevo la differenza tra il tollerante e il razzista. Gli ho risposto che il razzista è in contrasto con gli altri perché non li crede al suo livello, mentre il tollerante tratta gli altri con rispetto. A quel punto si è avvicinato a me, per non farsi sentire da nessuno come se stesse per svelare un segreto, e mi ha sussurrato: "Il razzista non sorride!".
Ho pensato tutto il giorno al razzista che rifiuta di sorridere e mi sono reso conto che Iqbal ha fatto un'importante scoperta. Il problema del razzista non è con gli altri ma con se stesso. Direi di più: non sorride al prossimo perché non sa sorridere a se stesso. È proprio giusto quel proverbio arabo che dice: "Chi non ha non dà".

da Scontro di civiltà per un ascensore a piazza VIttorio - Amara Lakhous


Emigrare significa lasciare il più possibile. Tutto quello che non è necessario, che potrebbe affaticare il viaggio e che non sarà utile nella nuova vita. Nella vita migliore.



L'esistenza, alleggerita degli oggetti si appesantisce della memoria e si chiude intorno a quello che si era, a come era, a come sarebbe stato e mai sarà più. Si diventa integralisti del sé, delle proprie credenze, della propria lingua, religione, cibo, per difendersi dalla mescolanza, dalla diluizione dell'identità. E terrorizzati dalla paura di non essere compresi, capiti, diventa difficile tollerare, semplicemente guardare gli altri, vederli veramente.



Il conflitto fra integrazione e segregazione è descritto con amarezza e gustoso sarcasmo da Amara Lakhous in un balletto di personaggi legati da un omicidio a piazza Vittorio. Il suo libro "Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio" racconta di una Roma multietnica e inadatta, dove la multiculturalità è stretta come un vestito su un corpo cresciuto troppo in fretta.



E così Parviz il lavapiatti iraniano, Benedetta la portiera napoletana, Iqbal il venditore bengalese, Antonio il professore milanese e tutti gli altri personaggi si ritrovano a vivere nello stesso palazzo. Sono costretti a condividere gli spazi, le loro piccolezze, le loro idiosincrasie. Intimamente. L'ascensore, angusto momento di vita comune, diventa metafora della modernità, diversa per ogni anima. Via via i personaggi descrivono una verità che non è condivisa e l'unico filo conduttore pare essere Amedeo, l'alter ego italiano dell'algerino Ahmed. Lui solo, rinunciando alla parte di sé che ha dolorosamente lasciato dietro è capace di incontrare tutti gli altri e di capirli nella loro unicità, nella loro umanità.



Amara Lakhous è nato ad Algeri nel 1970, vive a Roma dal 1995. È laureato in filosofia all'Università di Algeri e in antropologia culturale alla Sapienza di Roma. Ha pubblicato in Algeria il libro "Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda", riscritto in italiano e pubblicato da E/O con il titolo "Scontro di civilta' per un ascensore a piazza Vittorio". Euro 12.



 



di Paola Merlo


03 gennaio 2009
Articolo di
Paola
Rubrica:
Libri


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