OffSide.La seconda vita di Lara Croft

Quando donna. A mani nude scala le pareti ruvide di Qualopec alla ricerca di talismani magici di Atlantide sommersa; nuota sinuosa fra acque insidiose e si muove come un gatto per sfuggire ai nemici. E' qui che inizia il successo di una delle più famose eroine dei videogiochi. E' qui che inizia una leggenda. Ma volete la verità? Lara Croft in realtà...era un uomo! Una media reale ( che è del 51% sulla popolazione ) ma anche la sua preferenza razziale che al contempo sottorappresenta donne, anziani, neri e bambini. I ricercatori hanno esaminato le risposte e le descrizioni di un campione rappresentativo di giocatori abituali ai quali era stato chiesto di giocare per 30 minuti con ognuno dei 150 giochi scelti. Il dato è stato incrociato col numero di giochi effettivamente venduti in modo da poter essere considerato realmente rappresentativo. Restano fuori dai mondi ludici e vengono inseriti addirittura al di sotto della soglia reale, il 13% degli afroamericani e il 78% degli ispanici. Più presenti nella virtualità che nella realtà i adulti e gli asiatici. La ricerca ristretta all'ambito del mondo dei giochi è estendibile ai modelli proposti dalla identità e di modifica dei modelli cognitivi nell'approccio socioculturale nel mondo reale dei giocatori. Per questo è ancora una notizia l'uscita di Playboy dedicata alle eroine del game word, nude come le playmate. Tornando a Lara... E' vero, nasce uomo. Un uomo in tratti a matita e pixel maschili. Lara doveva essere un semplice personaggio secondario nato dalla matita di Toby Gard, in attesa del protagonista definitivo. Maschio. Bianco. Ma l' acuto disegnatore della Core Design non ebbe dubbi. Acume, logica, elasticità e agilità, tratti innovativi di Tomb Raider, hanno un solo sesso. La sensualità è femmina... “ Due cose vuole il vero uomo: pericolo e gioco. Perciò vuole la donna, come il giocattolo più pericoloso (F.W.Nietzsche) “. Nietzsche ha ragione. Lara è divina. Dionisiaca...

di Veronica Turiello